Il digital signage si inserisce in una società della comunicazione sempre più rapida e pervasiva dove trovare un “buco” di attenzione di qualche secondo è sempre più importante e difficile e in maniera intelligente riempie alcuni momenti in cui le persone, alzata la testa dallo smartphone, spesso non hanno niente da fare.

 

All’inizio erano “solamente” schermi

Infatti, originariamente si parlava di digital signage facendo riferimento agli schermi posizionati all’interno di farmacie, ristoranti, gdo, hotel, negozi di abbigliamento o agenzie di viaggi. Ipotesi ancora valida, ma che con il tempo si è espansa a molti altri ambiti. Con l’evolversi degli schermi si è infatti capito che questa tipologia di comunicazione ha una grande efficacia anche in altri contesti. La smart city con i suoi videowall informativi ne è un esempio chiave, così come lo sono, in ambienti privati, le reception e i meeting room delle grandi compagnie e le zone di accoglienza di ospedali, fiere, campus, stadi e teatri.

Punti di ritrovo o vetrine dove le persone guardano cercando informazioni o particolari prodotti, un’interazione quindi interessata e molto ricettiva alternata a luoghi e momenti in cui invece si ha poco da fare e dove guardare un video, magari anche divertente può aiutare a passare il tempo (alle casse della gdo o nel retail sono un esempio tra i più classici).

 

Digital signage, non chiamateli “monitor”

I punti di forza del digital signage sono evidenti, gli schermi parlano a un pubblico interessato o inserito in un certo contesto, un dato focale nel momento in cui le informazioni da veicolare possono essere precise e puntuali rispetto al target di riferimento.

Altro tema chiave è la modalità di comunicazione, il video sempre più raffinato è uno strumento empatico, rispetto alla comunicazione statica, in grado quindi di colpire l’attenzione, quando bene utilizzato, con messaggi curiosi, intelligenti e che possono stupire.

Inoltre i messaggi possono essere rapidamente cambiati cogliendo l’opportunità di variare in funzione del pubblico, ma anche costruire dei percorsi all’interno degli ambienti più grandi. Anche per questo sono strumenti ideali per le comunicazioni live e per tutte quelle informazioni che devono essere costantemente aggiornate. Notiziari, previsioni del tempo o del traffico; in un’ottica di comunicazione multichannel possono anche essere studiati per ingaggiare il pubblico dei social costruendo una relazione continuativa e più strutturata con l’utente.

 

Messaggi puntuali e super targettizzati, una tendenza in crescita

Ci sono software che pubblicano direttamente i contenuti più visti sui social media, eliminando tutti quei contenuti sconvenienti, nell’ottica di attrarre l’attenzione dei visitatori.

Secondo l’ultimo report di Business Research Company (TBRC) un’azienda inglese che studia proprio il digital signage, il settore è destinato a crescere fino a raggiungere i 28.3 miliardi di dollari nel 2026 (dai circa 19 del 2020) con un media di oltre il 6% annuo.

Una crescita legata a fattori occasionali e tecnologici. I primi legati all’uscita dalla pandemia e a un probabile (nonché auspicabile) ritorno alla normalità, il secondo, più strutturale legato alla continua innovazione degli schermi che apre nuove prospettive. Il passaggio a display da 4 a 8 k sempre più performanti e precisi favorisce e favorirà lo sviluppo di tecnologie 3D in grado di coinvolgere gli utenti e di sviluppare nuove strategie di ingaggio. L’integrazione con AI e display olografici faranno il resto trasformando gli schermi in vere e proprie piattaforme di interazione.

 

Una UX coinvolgente e ancora da immaginare

Sarà così sempre più importante giocare sull’ux dell’utente, mentre immagini tridimensionali potrebbero dare maggiori informazioni o coinvolgere gli interessati in forme di gamification più spinte. Non solo, edge computing e AI potrebbero consentire allo strumento di capire chi ha veramente davanti e quali sono i suoi gusti offrendo messaggi pubblicitari o informazioni sempre più targettizzate e puntuali (questo grazie alla connessione e sempre nel pieno rispetto della normativa sulla privacy). Ultima applicazione è quella che vede gli elementi di digital signage in contatto con i device IoT connessi (si pensi a telecamere) all’interno di stadi, teatri o grandi impianti. In questo caso ricevute le informazioni dalle telecamere gli schermi potrebbero veicolare informazioni utili al deflusso rapido, dando di volta in volta informazioni sui percorsi meno battuti.

Insomma, quello del digital signage è un mondo solido e già presente, ma che, grazie alle nuove tecnologie si apre a sviluppi ancora tutti da progettare.

Scarica ora il white paper "smartiCloud - il tuo centralino in Cloud su misura"

Condividi su: